Contributo a cura di Francesco Saverio Galtieri – direttore Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia
Premessa

L’articolo di Mario Piatti “Decreti applicativi del Decreto legislativo 60: a che punto siamo?”  e il contributo della presidenza del Forum: “Musica a scuola: Decreto 60, decreti attuativi e terzo settore” forniscono un quadro ampio della situazione generata dalla Legge 107/15 (Buona Scuola) e del decreto Legislativo 60/17 che a sua volta richiama ad una serie di decreti applicativi in parte emanati, in parte no.

Proprio da questo quadro fornito e dalle considerazioni finali mi sembra importante partire:

“[…] rimangono irrisolti due ordini di problemi. Il primo riguarda le scuole dell’infanzia e le scuole primarie, dove continuerà a non esserci un numero sufficiente di docenti musicalmente e didatticamente preparati per garantire a tutti gli studenti il “diritto alla musica” così come previsto dagli ordinamenti e dalle indicazioni curricolari in vigore. Il secondo riguarda le scuole secondarie di II grado, dove di fatto musica è relegata nei licei a indirizzo musicale e coreutico, mentre in tutti gli altri istituti è scomparsa, compresa l’ultima “riserva indiana” che era rappresentata dagli istituti professionali, con la conseguente cancellazione anche della classe di concorso A-29. 

[…] senza l’istituzionalizzazione del docente di musica, pedagogicamente e metodologicamente specializzato per i vari ordini e gradi di scuola, continueranno sì a spuntare qua e là isole scolastiche musicalmente felici, abitate da docenti e studenti particolarmente appassionati, ma rimarranno ancora troppe isole sorde e mute […]”[1]

Forzando un po’ possiamo premettere che sono due i pilastri dell’educazione musicale: l’educazione che avviene nel territorio e quella che avviene nel mondo della scuola. Dato il documento di partenza tralasciamo in queste considerazioni il primo (senza tuttavia dimenticarlo) per concentrarci sul secondo.

I decreti legislativi ‘sospesi’

Mi rimane difficile mettere sullo stesso piano i tre decreti rimasti in sospeso: rappresentano argomenti e problematiche molto articolate e differenziate. Personalmente ad esempio, pur non conoscendo a fondo il testo decreto relativo alle Scuole Medie a Indirizzo, penso che esso potrebbe portare, a seconda delle posizione delle virgole e dei dettagli, a grossi benefici ma anche a grossi rischi nelle more della cancellazione del preesistente sistema con tutti i pro ed i contro.

Il decreto relativo all’accreditamento Associazioni in relazione al Piano delle Arti, si inquadra in un contesto nel quale già l’impostazione iniziale rappresenta in qualche modo una sconfitta, nel senso che non c’è stata la forza, il coraggio di fare una fotografia complessiva dei rapporti tra Pubblico e Privato sociale e di fatto il ruolo affidato al Terzo Settore è marginale rispetto alla realtà.

E’ un tema spinoso quello del ruolo di questa nostra area e si è continuato (anche per oggettive debolezze del mondo del Terzo Settore) a procedere per contentini, anche per non creare ulteriori attriti con sindacati ecc.

La situazione e il tentativo di una visione globale

La fotografia ufficiale, almeno quantitativa (se non qualitativa), della collaborazione possibile tra Istituzioni e mondo esterno si ha fin dal documento ‘Musica e scuola Rapporto del 2008’, pubblicato sul numero 123 degli ‘Studi e Documenti degli annali della Pubblica Istruzione[2]. La ricerca è stata meritoria e segna uno spartiacque, seppure la si possa ritenere tardiva (il fenomeno è antecedente di almeno 15/20 anni) e per forza di cose parziale (mancavano alla ricerca nidi e scuole infanzia comunali).

Il Forum Nazionale per l’Educazione Musicale ha cercato (con le difficoltà del caso) di produrre, al fine del Bene Comune, una sintesi alle spinte di provenienza diversa: mi preme qui sottolineare la presentazione al Ministro On. Carrozza nell’Ottobre del 2013 della raccolta delle 11mila firme, anche su temi delicati come l’inserimento organico dell’insegnante di musica nella primaria [3]. Delicati perché in diversi eravamo consapevoli dell’importanza del segnale, ma anche dei rischi possibili in termini lavorativi di tutta quella fascia di operatori musicali ‘esterni’, taluni dei quali hanno perfino rinunciato all’immissione in ruolo.

Per tentare una visione ‘sistemica’: abbiamo (e dobbiamo avere) in primo piano, come caposaldo, l’utenza, bambine e bambini, ragazze e ragazzi nel mondo della Scuola e mettere subito dopo tutte le varie e sacrosante questioni ‘sindacali’, che anche a noi, come Associazioni di certo non mancano?

Gioie e dolori del ‘Potenziamento’ e il ruolo del Terzo Settore

Quindi dobbiamo porci una prima domanda: Nella Scuola Primaria, dove l’impatto numerico per gli inserimenti ed il potenziamento è stato significativo, è migliorata la qualità e la quantità dell’intervento educativo musicale?

La situazione è a macchia di leopardo, a dir poco, e mi fa sorgere seri dubbi. Perché molti insegnanti inseriti sono preparati per lo specifico intervento, moltissimi (ancora ?) no. Perché si sono drasticamente ridotti gli spazi per un intervento esterno. Perché non è ancora chiaro quali siano gli obiettivi che questi insegnanti devono porsi: se basta una semplice propedeutica alla didattica strumentale come – a mio avviso – troppi credono, oppure sia indispensabile quel complesso di iniziative che non si riducono nemmeno agli ensemble e ai cori, ma che spaziano nelle aree del movimento, delle attività integrate, ecc.

A fianco di questa si pongono altre domande fondamentali: quale è il ruolo delle associazioni nell’educazione musicale in riferimento al ‘pilastro’ Scuola ?

A partire dagli asili nido, dalle scuole di infanzia, oppure nella battaglia per l’inserimento della musica nelle superiori hanno un ruolo positivo i circa 50mila insegnanti del mondo privato sociale?

O meglio ancora lo hanno le circa 5mila scuole di musica (oltre agli operatori di cori e bande ecc…)?

E se hanno un ruolo come certificarlo, come controllarlo, come indirizzarlo verso un uso trasparente di queste enormi risorse? 

Tra Utopie e Auspici

Sono convinto dell’auspicio di Piatti (credo condiviso da tutti noi) “[…] l’istituzionalizzazione del docente di musica, pedagogicamente e metodologicamente specializzato per i vari ordini e gradi di scuola […]”[4] ma è davvero è possibile pensabile che questo avvenga attraverso una successione di concorsi individuali? Io penso di no e che forse, giunti a questo punto, non sia nemmeno giusto. La mutata realtà degli ultimi decenni, l’articolazione dell’offerta formativa, la situazione economica del paese e delle famiglie non ci offrono grosse possibilità in questa direzione.

Lancio una provocazione: quanti di quelli che leggono queste righe sarebbero d’accordo a formalizzare una richiesta di ‘sistema’, che preveda un intervento esterno stabile nella scuola dell’infanzia o negli asili nido che integri intervento formativo e di aggiornamento con il personale scolastico/educativo, insieme all’intervento con bambine e bambini?

In merito alla secondaria superiore può essere presa in considerazione l’ipotesi di sistema di convenzioni regolamentate e trasparenti tra scuole di musica e licei?

In un mondo utopico auspicherei che in ogni ordine e grado della Scuola, iniziando prima possibile, ci sia un insegnante specializzato nella fascia specifica, scelto attraverso rigide e trasparenti selezioni. Personalmente auspicherei anche un obbligo reale alla formazione continua e la possibilità di rivedere i risultati della selezione di cui sopra.

Le cose non sono andate così e si sono sviluppate in tutt’altro modo e direzione. Sappiamo tutti quale: un coacervo di buone e cattive pratiche, un agglomerato di eccellenze interne ed esterne e di mediocrità difficilmente comparabili.

A volte ho constatato di persona che per chiedere il massimo, per chiedere l’utopia, si sia negato un diritto alle giovani generazioni (termine desueto ahimè): quante volte un direttore didattico ‘medio’ ha preferito il nulla al poco ? Tante, quantomeno nel rapporto con famiglie e associazioni.

Uniti forse si vince, divisi sicuramente no…

L’auspicio utopico segnalato prima non credo sia realizzabile nemmeno mettendo al governo una serie di ministri che siano didatti musicali irreprensibili. Il problema non è purtroppo solo la corruzione di Tizio, l’inettitudine di Caio, l’arroganza di Sempronio. Fosse solo così, sarebbe semplice (come in parte del Paese si tende a pensare): salvo poi verificare nel concreto come la gestione della cosa pubblica sia complessa e articolata e richieda onestà, organizzazione, equilibrio e competenza. Quell’auspicio non credo sia realizzabile anche perché il nostro sistema paese sta andando contemporaneamente, e forse inesorabilmente, verso una deriva economicamente da terzo mondo e socialmente inaccettabile.

Credo in sincerità che l’unica strada percorribile sia unire tutto quanto fuori e dentro il Mondo della scuola, aprire, regolamentare entrate e uscite, diritti e doveri, ecc…

Non regolamentare non significa tutelare il pubblico, ma aumentare la confusione tra pubblico e privato, alimentare non sinergie, ma una sostituzione dei ruoli tra Istituzioni e Associazioni, col forte rischio che le prime si sentano autorizzate a comportarsi come un privato qualsiasi, pur gestendo risorse di tutti, e le seconde non si sentano spinte ed obbligate ad elevare costantemente il livello e la qualità del servizio.

Tutto questo è solo una riflessione, sono solo degli spunti che potranno essere utili unicamente se approfonditi e contraddetti in un dibattito collettivo, partendo dai diversi ‘exit pool’ che le diverse posizioni lavorative forniscono a ciascuno di noi.

A proposito di sogni, quello che ho trovato nel mio cassetto è che anche questo approfondimento collettivo possa contribuire ad una azione coordinata.

Francesco Saverio Galtieri - SPM Donna Olimpia

Francesco Saverio Galtieri – direttore Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia

Note

[1] Cfr. Mario Piatti, Decreti applicativi del Decreto legislativo 60: a che punto siamo?, Musicheria.net 20 agosto 2018

[2] Cfr. “Musica e scuola Rapporto 2008” Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e per l’Autonomia Scolastica, a cura di Gemma Fiocchetta, Le Monnier, Gorgonzola (MI) 2009

[3] Cfr. i contributi “Musica Scuola Curricolo Territorio. Appello del Forum Nazionale per l’Educazione musicale” e “Consegna dell’Appello Musica Scuola Curricolo Territorio al Ministro On. Maria Chiara Carrozza

[4] Cfr. Mario Piatti, op. cit.