Le associazioni musicali del Forum Nazionale per l’educazione musicale hanno appreso con sconcerto il dimezzamento dei fondi, già peraltro esigui, destinati alla realizzazione dei progetti educativi scolastici legati al Piano delle Arti, che sono passati da 2 milioni a 1 milione di euro l’anno per il prossimo triennio.

Il Piano delle Arti, istituito con Decreto Legislativo 60 del 13 aprile 2017, nasceva allo scopo di promuovere, divulgare e riscoprire la cultura umanistica e i linguaggi artistici all’interno delle scuole, riconoscendo ai temi della creatività un ruolo fondamentale per lo sviluppo di competenze specifiche e trasversali, indispensabili alla crescita. Attraverso il finanziamento di progetti legati agli ambiti musicale-coreutico, teatrale-performativo, artistico-visivo e linguistico-creativo venivano incentivati percorsi educativi anche verticali dall’infanzia alla secondaria di I grado, moltiplicate iniziative, laboratori, eventi formativi in grado di mettere in comunicazione reti di scuole e associazionismo accreditato, sui temi della creatività.     

Per questo come Forum Nazionale per l’educazione musicale abbiamo inviato specifiche osservazioni al Ministero dell’istruzione e del merito, che riportiamo a seguire.

Il taglio immotivato previsto dalla bozza ministeriale per il Piano della Arti 2023-25 evidenzia assenza di prospettive e l’obiettiva impossibilità di sostenere un piano nazionale diffuso, e questa volontà è resa ancora più graffiante e contraddittoria dalle dichiarazioni introduttive al Piano che rimarcano pomposamente come i linguaggi artistici siano fondamentali nel percorso curricolare e come debbano essere garantiti in quanto “dimensione necessaria”. Frasi che fanno sorridere alla luce dell’impegno di spesa, e che sarebbe più onesto ridimensionare.

La destinazione dei pochi fondi esclude inoltre, nel primo anno, i Poli ad orientamento artistico, ossia i centri progettuali del Piano delle Arti, che rappresentano un importante raccordo operativo per le comunità educative, le famiglie, i soggetti coinvolti: contravvenendo a quanto imposto dal relativo Decreto Ministeriale (n. 16/2022) che li istituisce.  

Un punto ancora si vuole mettere in evidenza con questo documento ossia l’assenza politica nella costruzione di competenze necessarie in grado di affrontare la co-progettazione e la co-programmazione con il Terzo settore che finisce sempre per essere coinvolto come mero “fornitore di servizi”. Manca ancora una cultura e una reale formazione del corpo docente e amministrativo nelle scuole in grado di riconoscere all’associazionismo una funzione alla pari con l’istituzione, che dovrebbe saper cogliere il ruolo educativo-integrativo che le realtà territoriali hanno svolto e continuano a svolgere in molti settori come ad esempio quello didattico-musicale in cui si è ben dimostrato quanto l’associazionismo possa essere all’avanguardia rispetto al mondo istituzionale.