Abbiamo letto con interesse il DDL n. 2020 e ne apprezziamo le intenzioni che lo hanno fatto nascere: un’armonizzazione degli studi è infatti senz’altro necessario.
In questo breve documento, inviato al presidente e ai membri della 7^ Commissione permanente Istruzione, ricerca e beni culturali, proveremo a illustrare quelle che ci sembrano le criticità più evidenti: un’approvazione del DDL infatti a nostro avviso rischiererebbe di sovrapporre nuove difficoltà a quelle già preesistenti.
Per una legge organica sulla musica nella scuola
Esiste un pregresso percorso storicamente già compiuto nel tentativo di una legge organica sulla musica nella scuola, partendo dalle raccolte di firme popolari (ad esempio la nostra al Ministro Carrozza del 2013), alle iniziative del Comitato per l’apprendimento pratico della Musica, al disegno di legge Abbado poi confluito nella ‘Buona scuola’ e nella delega umanistica che ha prodotto il Decreto 60/17. Ad oggi sono molte le questioni lasciate ancora aperte e non risolte. Solo per fare uno dei tanti possibili esempi i finanziamenti previsti dal Piano delle Arti (Dl 60 articoli 4 e 5) e ancora non erogati.
Le nostre osservazioni in merito al DDL 2020
LO STRUMENTO DELEGA appare inappropriato, si sovrappone a norme pregresse e testimonia una difficoltà nell’attuare quanto in parte già sancito. Meglio scegliere i punti che si ritengono realizzabili e su quelli avviare un iter di legge che porti ad attivare entro l’attuale legislatura alcuni atti fondamentali.
MUSICA PER TUTTI – Per garantire a tutti i bambini e le bambine una formazione musicale curricolare quale diritto fondamentale devono essere attivati, per tutti gli alunni e a partire quantomeno dalla Scuola Primaria, percorsi di educazione pratica musicale affidato a personale con specifiche competenze. Per coerenza con le premesse non si può parlare di mera possibilità.
FASCIA 0-6 ANNI Nessun serio riordino degli studi musicali può essere programmato senza considerare e partire dalla fascia dello 0-6. La definizione delle finalità, degli obiettivi formativi in entrata e in uscita, nonché la ridefinizione delle indicazioni programmatiche previste per i vari ordini scolastici, non può essere calibrata se non si parte dai nidi. Gli obiettivi d’apprendimento devono essere prioritariamente legati ai temi dell’inclusione, della socializzazione, del benessere psico-fisico dell’alunno, dello stimolo del pensiero creativo, della sfera emotiva, etc…
La dicitura PROPEDEUTICA: è superata da decenni perché pensata quale “premessa” a un “dopo” orientato al solo sviluppo di abilità strumentali. Piuttosto auspichiamo un insieme di esperienze di canto corale, di pratica musicale d’insieme (non solo strumentale), di ascolto attivo, di pratiche creative anche in interazione con altri linguaggi artistici. Per tutto il ciclo della formazione primaria potenziare la pratica della musica di insieme. (non riconducibile alla sola pratica strumentale collettiva).
ALLEANZA STRATEGICA PUBBLICO – TERZO SETTORE: soprattutto in campo musicale, si vede da decenni un’ampia compartecipazione dell’associazionismo e del Terzo Settore, in un’ottica di sussidiarietà. Una proposta di riordino complessivo non può ignorarlo alla luce anche degli strumenti della coprogrammazione e della coprogettazione previsti dal codice del Terzo Settore (Art.55 e 56) e ribaditi da recenti sentenze della Corte Costituzionale.
MUSICA NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO: è necessario inserire tale insegnamento nelle realtà̀ formative e culturali che ne sono prive. La Musica deve ritornare ad essere disciplina nel curricolo di tutte le scuole secondarie di secondo grado. Il DDL non lo prevede: una occasione mancata, quindi, che lascia irrisolto il problema dell’assenza della cultura musicale nella formazione dei giovani, tanto più necessaria nella fase post-pandemica.
AUSPICIO E STRUMENTO D’AZIONE: non si tratta quindi di ribadire quanto già previsto da normative vigenti, bensì di predisporre gli strumenti e finanziamenti che possano rendere praticabile tale “possibilità di attivazione” e non demandare alla decisione d’istituzioni scolastiche e famiglie, rischiando di trasformare il tutto in una “nicchia formativa” per pochi a discapito di tanti.
FORMAZIONE DI CARATTERE GENERALE NON SOLO PROFESSIONALIZZANTE: a livello di scuola primaria è assolutamente non idoneo orientare il percorso prioritariamente ad obiettivi professionalizzanti. La Scuola Primaria ma anche la scuola secondaria di primo grado non devono cessare di svolgere la funzione di formazione di carattere generale. Le buone pratiche più recenti testimoniano una varietà di attività connesse ad ascolto attivo, relazione, produzione, improvvisazione, invenzione. Il percorso musicale e strumentale delle Smim (scuola dell’obbligo !) ha un valore formativo fondamentale e non direttamente professionalizzante, mantenendosi peraltro aperto all’inclusione di diversamente abili. Appare ingiustificata la connotazione limitativa, quale esplicitamente emerge dal testo in questione, del carattere educativo ed orientativo dello studio dello Strumento nell’ attuale quadro formativo.
INDIRIZZO MUSICALE – Corretto ipotizzare un avvio più precoce alla pratica strumentale, ma servono atti concreti e forme adeguate. Pertanto, una anticipazione è auspicabile ma va ipotizzata in base alle reali possibilità di prevedere un apposito ampliamento di organico e vanno definite forme didattiche adeguate al settore. Fuori luogo l’ipotesi di ragionare nei termini di un’ora individuale, ma anche il modello delle SMIM non potrebbe essere replicato senza adeguati correttivi per renderlo coerente con l’età degli alunni.
ARMONIZZAZIONE DEI LIVELLI – Porsi l’obiettivo dell’armonizzazione è corretto è importante. Ma armonizzare significa rendere tra loro coerenti i vari settori (Primaria, Secondaria di I e II grado e infine AFAM) senza rinunciare alle rispettive caratteristiche, semmai, al contrario, valorizzandole. Armonizzare non significa uniformare tutti ad un unico modello, qualunque esso sia. Tantomeno pensare di far rientrare dalla finestra il modello ante L 508/99. Non si può riproporre un modello che si basa sull’individuazione precoce di presunti talenti. All’opposto va ampliata il più possibile la base di coloro a cui è offerta la possibilità di avvicinarsi alla pratica strumentale, anche favorendo la collaborazione con il terzo settore, seppure avendo presente la possibilità e la necessità di fornire, a chi fosse interessato ad un percorso di indirizzo, le necessarie competenze tecnico-espressive per la prosecuzione degli studi.
MOLTEPLICITA’ DEI LINGUAGGI – È necessario, nonché auspicabile, l’avvio immediato di una riflessione approfondita sullo sbocco professionale dei diplomi accademici dei vari indirizzi e di tutti i generi. Una riflessione che, facendo tesoro delle esperienze in atto, tenga conto della necessità di garantire, da un lato, una formazione aperta a tutti i generi e le conoscenze e, dall’altro, docenti con una formazione adeguata all’attuazione dei programmi previsti.
INNALZAMENTO DEI LIVELLI IN USCITA – Appare irrealistica e priva di qualunque fondamento la convinzione che i livelli di formazione possano essere migliorati semplicemente indicando nei programmi dei vari settori livelli più avanzati. Senza contare che una valutazione dell’attuale situazione richiederebbe un’attenta analisi piuttosto che un giudizio sommario che sembra riproporre la convinzione che ogni problema nasca sempre dall’inefficienza del settore precedente. Va infatti ricordato che le SMIM sono state ricondotte ad ordinamento nel 1999 (primo passo verso la modifica del percorso di studi, antecedente alla L 508/99) anche a seguito di una valutazione estremamente positiva espressa da CNPI sui risultati raggiunti nel corso della Sperimentazione.
FORMAZIONE DOCENTI – Nella scuola primaria l’insegnamento della musica era ed è tuttora affidato a un insegnante cui non è richiesta alcuna formazione specifica e spesso non viene di fatto insegnata per una carenza di competenze didattico-musicali da parte dell’attuale corpo docente questo esige un nuovo piano di formazione iniziale e in servizio. Prevedere educazione musicale anche per scuole infanzia e primaria avvalendosi di un corpo docente che abbia adeguate competenze didattico-musicali, potenziando le reti operative.
COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO – É da considerarsi positiva l’intenzione di attivare una struttura di verifica e coordinamento a livello territoriale. Tale struttura non può però essere impostata quale elemento di controllo di uno dei settori sugli altri, quanto, piuttosto, come strumento volto a monitorare le attività dei corsi ad indirizzo musicale e coreutico in merito alle attività ed esperienze realizzate su, ad esempio: specialità strumentali attivate, modalità organizzative, innovazione metodologica attivata, criteri adottati per le prove di ammissione, criteri per l’avvio di nuovi corsi, etc.
Inoltre, sarebbe opportuno prevedere una struttura articolata a livello Provinciale, Regionale e Nazionale, prevedendo che i dati acquisiti debbano confluire presso la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici, al fine di poter progressivamente arrivare alla auspicata organicità del sistema.